Obiettivi

GenDJus è volto principalmente a esplorare tematiche complesse relative alla giustizia di genere e sessuale nei discorsi giudiziari delle seguenti corti internazionali e nazionali:

  • Corte europea dei diritti dell’uomo (ECtHR)
  • Corte interamericana dei diritti umani (IACtHR)
  • Corte Africana dei diritti umani e dei popoli (ACtHPR)
  • Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE)
  • Corte Suprema di Cassazione (CSC) 
  • Corte Costituzionale (CC)

Le domande di ricerca che guidano il progetto sono le seguenti:

  1. Come esprimono gli organi giudiziari le loro decisioni in materia di diritti sessuali, riproduttivi e genitoriali? È possibile identificare tracce di pregiudizi, stereotipi e bias (PSB) nei loro discorsi?
  2. In caso positivo, come vengono espresse a livello discorsivo le loro visioni e qual è il loro impatto sul godimento di tali diritti? Come è possibile eliminare tali discriminazioni dai loro discorsi ed evitarne la reiterazione?
  3. Il diritto internazionale dei diritti umani è in grado di tutelare le comunità di genere e LGBTQ dai PSB, per quanto riguarda in particolare l’accesso ai diritti sessuali, riproduttivi e genitoriali?
  4. Qual è l’impatto dei PSB sulla libertà di circolazione delle persone e sui loro ‘diritti’ transfrontalieri? Come possono essere eliminate queste barriere?

Materiali e Metodologia

Il progetto di ricerca si fonda sull’integrazione di diverse discipline e metodologie.
Il materiale di studio consiste in una raccolta di casi giurisprudenziali (cf. Giurisprudenza) e un corpus trilingue (italiano, inglese e spagnolo) comparabile (cf. Corpus) che raccoglie sentenze e altri documenti giudiziari (per esempio, ordinanze e opinioni dissenzienti/concorrenti) emessi dalle corti oggetto di analisi, riguardanti i diritti sessuali, riproduttivi e genitoriali di gruppi socializzati con specifici generi e orientamenti sessuali. Il corpus comprende testi giudiziari su temi simili emessi da diverse corti:

  • in inglese dalla Corte europea dei diritti dell’uomo
  • in inglese e spagnolo dalla Corte interamericana dei diritti umani
  • in inglese dalla Corte Africana dei diritti umani e dei popoli
  • in italiano, inglese e spagnolo dalla Corte di giustizia dell’Unione europea
  • in italiano dalle corti italiane/nazionali (in particolare, la Corte costituzionale e la Corte Suprema di Cassazione)

Da un punto di vista metodologico, il progetto integra i tradizionali metodi dell’analisi giuridica e la dimensione qualitativa dell’analisi critica del discorso applicata al linguaggio giuridico e giudiziario con la dimensione quantitativa della linguistica dei corpora applicata ai discorsi di genere.

Risultati Attesi

La scelta dell’analisi di temi complessi come pregiudizi, stereotipi e bias nei diritti sessuali, riproduttivi e genitoriali attraverso il prisma della non discriminazione è stata operata al fine di produrre risultati concreti in termini di benessere umano e dare avvio a una riflessione teorica che porti a soluzioni che garantiscano un migliore godimento dei diritti umani. Nello specifico, il progetto mira a ottenere i seguenti risultati:

  • fornire una chiara definizione dei diritti oggetto di studio, a partire dal divieto di discriminazione, attraverso un giusto equilibrio tra l’esigenza della parità di trattamento di gruppi socializzati con specifici generi e orientamenti sessuali e gli interessi della comunità in cui vivono;
  • proporre strategie atte a migliorare il modo in cui il mondo della giustizia e, in particolare gli organi giudiziari, ragionano in merito a questioni relative a gruppi socializzati con specifici generi e orientamenti sessuali e, soprattutto, il modo in cui trattano i casi relativi ai diritti sessuali, riproduttivi e genitoriali al fine di eliminare discriminazioni giuridiche e linguistiche.
  • nei casi in cui i diritti oggetto di studio hanno implicazioni transnazionali, in particolare per quanto concerne i sistemi giuridici UE e italiani, fornire soluzioni basate sui diritti integrando la prospettiva del diritto privato internazionale;
  • rendere l’accesso alla giustizia più equo e inclusivo, e quindi migliorare l’efficienza della magistratura (internazionale, UE e nazionale), riducendo la necessità di rivendicare violazioni dei diritti umani o delle libertà fondamentali dell'UE;

Il progetto GenDJus si rivolge principalmente a:

  • Giudici e professionisti/e del diritto
  • Linguisti/e (compresi traduttori/trici e mediatori/trici culturali) che lavorano in seno agli organismi nazionali, UE e internazionali 
  • ONG e gruppi di sostegno per donne e persone LGBTIQ
  • La comunità scientifica, in particolare coloro che lavorano nei settori di lingua e traduzione, diritto internazionale/UE e, più in generale, nel diritto internazionale dei diritti umani;
  • Responsabili delle decisioni politiche, in particolare le istituzioni italiane/UE che si occupano di giustizia e parità di genere e LGBTIQ;
  • Cittadinanza in generale, con l’obiettivo di sensibilizzare sulla centralità delle questioni esplorate dal progetto.